La Guerra dei sei giorni fu combattuta tra Israele da una parte ed Egitto, Siria e Giordania dall'altra, e risultò in una rapida e totale vittoria israeliana.
Al termine del conflitto Israele aveva sottratto la Penisola del Sinai e la Striscia di Gaza all'Egitto, la Cisgiordania e Gerusalemme Est alla Giordania e le alture del Golan alla Siria.
L'esito della guerra, la condizione giuridica dei territori occupati e il relativo problema dei rifugiati influenzano pesantemente ancora oggi la situazione geopolitica del Medio oriente.
Il 5 giugno 1967, alle 7:45 del mattino, l'aviazione israeliana lanciò un attacco a sorpresa contro l'aviazione egiziana, annientandola quasi completamente a terra (Operazione Focus).
Dei 420 aerei da combattimento di costruzione sovietica a disposizione quel giorno, 286 vennero distrutti dopo le 2 ondate di attacco, ed insieme a loro vennero rese inutilizzabili le piste di decollo, lasciando praticamente le forze armate egiziane senza copertura aerea.
Nelle ore successive la stessa sorte (ma senza il fattore sorpresa) toccò all'aviazione siriana, che se pure non poteva vantare il numero di velivoli egiziani, disponeva di aerei di ultima generazione.
Inoltre, non appena terminato il primo attacco aereo contro l'Egitto, Israele diede il via alle operazioni di terra (Operazione Lenzuolo Rosso), entrando nella striscia di Gaza e successivamente nella penisola del Sinai.
A partire dal 6 giugno le forze armate israeliane iniziarono ad avanzare su tutto il fronte Ovest e nel deserto del Sinai attaccando le posizioni fortificate di Al Arish, Abu Ageila e Jabal Libni.
Grazie alla netta superiorità delle forze armate israeliane, sia nel coordinamento che nell'armamento, esse furono in grado di sconfiggere l'esercito egiziano numericamente superiore.Il giorno 7 giugno vide il consolidamento e l'apparire di una netta vittoria israeliana su tutti i fronti.
La superiorità aerea di Israele stava convincendo i Giordani a ripiegare e a richiedere al governo israeliano trattative segrete per un cessate il fuoco.
A Gerusalemme l'esercito israeliano ruppe gli indugi ed entrò nella Città Vecchia, che venne presa entro sera evitando distruzioni eccessive.
Grande fu la gioia dei soldati di Tel Aviv nel conquistare la Spianata delle Moschee ed il Muro del Pianto, un risultato non preventivato ad inizio conflitto.All'alba dell'8 si svolse una delle più cruente battaglie della storia e del conflitto israelo-arabo: le brigate egiziane in ritirata giunsero ai passi di Giddi e Mitla e li trovarono sbarrati dalle forze di Israele in attesa.
Seguì una vera e propria carneficina con la distruzione o la cattura della maggior parte delle unità egiziane, uomini, carri, veicoli e cannoni.
Molti soldati errarono persi per il deserto e morirono di fame e di sete. Negli anni successivi Israele fu accusato da parte araba della fucilazione di prigionieri.
Sempre l'8 giugno ebbe anche luogo uno degli eventi più importanti della guerra dei sei giorni, che coinvolse le forze armate di un paese che fino a quel momento si erano tenute al di fuori di questo conflitto.
Nel corso del pomeriggio dell'8 giugno i caccia israeliani attaccarono presumibilmente per sbaglio la nave spia americana USS Liberty, uccidendo 34 membri dell'equipaggio e rischiando di causare un conflitto a livello diplomatico tra Stati Uniti ed Israele.
Essendo ormai sopraggiunto il cessate il fuoco con Giordania ed Egitto, la guerra avrebbe potuto considerarsi terminata.
Alle 3 del mattino la Siria aderì anch'essa al cessate il fuoco, ma il Ministro della Difesa Moshe Dayan decise che era l'ora di approfittare della situazione politico-strategica, e diede di sua iniziativa il via all'offensiva sul Golan.
Prima le alture furono pesantemente bombardate dall'aviazione e dall'artiglieria, quindi toccò alle brigate corazzate arrampicarsi lungo le ripide strade di montagna sottoposte al fuoco nemico. Nonostante le difficoltà e le ingenti perdite le forze di Tsahal ebbero la meglio.
L'aviazione siriana, che nel frattempo aveva perso due terzi dei suoi velivoli, non era in grado di fornire alcun supporto, mentre le brigate a difesa delle fortificazioni erano state scompigliate dai bombardamenti ed a corto di ufficiali.
Tra la sera del 9 e la mattina del 10 il Golan rimase in mano israeliana e l'esercito siriano si ritirò verso Damasco perdendo carri e cannoni in quantità.
Israele dichiarò chiuse le ostilità avendo ottenuto una vittoria netta su tutti i fronti.Il 10 giugno le ostilità cessarono, ed Israele vide la propria estensione geografica quadruplicata, portando a proprio favore la situazione politica in Vicino Oriente, con effetti anche nei rapporti internazionali tra le grandi potenze.